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mercoledì 11 gennaio 2017

L'orrore sottomarino

Parliamo di SOMA.
Gioco sviluppato da Fricional Games, specializzati in horror in prima persona, possibilmente al buio (per la cronaca, sono opera loro le serie Amnesia e Penumbra).
SOMA mi ha attirato da subito, non tanto per l'ambientazione, quanto per la mia continua ricerca di horror ben fatti. E questo è ben fatto.

La particolarità di SOMA è il continuo cambio di situazione. Si parte da una introduzione ambientata in un normale appartamento, che lascia un po' perplessi perchè di horror non ha assolutamente niente.
Il protagonista deve recarsi presso uno studio medico per un esperimento che dovrebbe-potrebbe risolvere i suoi problemi al cervello, dovuti ad un incidente. Fino al momento in cui arriva allo studio medico, non succede niente di particolare.

Poi il gioco cambia totalmente e ci si ritrova immersi in un'ambientazione completamente diversa. Sembra di essere su un'astronave. Intorno solo scricchiolii metallici e cigolii.
Simon è solo, eppure si ha la continua sensazione che qualcosa ci sia. Eppure niente, si esplora ma tutto sembra deserto.
Quindi il primo plauso agli sviluppatori va alla loro capacità di far crescere la tensione semplicemente con un uso sapiente di luci, ambienti, suoni e musica.

Proseguendo, il gioco cambia ancora, e ancora, e ancora.
Alla fine qualcosa/qualcuno da cui scappare c'è, ma anche il "nemico" non è sempre uguale e soprattutto le fasi esplorative e le fasi concitate si alternano continuamente, impedendo da una parte di annoiarsi, ma dall'altra di giocare con la tremarella dovuta alla fifa di cosa potrebbe esserci dietro l'angolo.

Ovviamente, in perfetto stile horror di nuova generazione, Simon non ha armi con cui difendersi. Quindi l'unica possibilità è scappare, scappare, scappare. E quando non si scappa, si esplora, si raccolgono documenti e indizi e si risolvono puzzle.

Anche la continua solitudine è ammortizzata da una presenza amica, che supporta il protagonista solo in alcune fasi, creando anche in questo caso un piacevole equilibrio, perchè impedisce che il giocatore si ritrovi frustrato dal senso di desolazione e abbandono.

Le ambientazioni cambiano continuamente tra fasi all'interno - in quella che si rivela essere non un'astronave, bensì un centro di ricerca sottomarino - e le fasi all'esterno, sott'acqua.
Di nuovo, questa alternanza di ambientazioni rende il gioco più vario, impedendo di annoiarsi restando continuamente dentro la base oppure, al contrario, perennemente sott'acqua. Anche le interazioni con i due ambienti è ovviamente diversa, così come l'esplorazione stessa.

Per completare il quadro già molto positivo, aggiungiamoci una trama strana e particolare, non di facile comprensione ma sicuramente inaspettata nella sua evoluzione. Non è uno di quei giochi in cui tutto viene lasciato all'interpretazione del giocatore, la spiegazione a tutto c'è, viene data a mano a mano che il gioco si sviluppa, pur lasciando alcuni punti oscuri.

Anche se non lunghissimo, SOMA regala comunque un bel po' di ore di gioco e i completisti saranno felici di sapere che i trofei sono tutti legati alla storia, quindi 100% assicurato a chi arriverà fino alla fine!

Consigliato a chi ama i giochi sci-fi e a chi ama i giochi horror. Sconsigliato ai deboli di cuore!


giovedì 5 gennaio 2017

Notte in bianco a suon di jazz



Parliamo di White Night, gioco iniziato a fine 2016 e primo platino del 2017 (platino n. 50!).
Gioco davvero bello e particolare, probabilmente non per tutti i palati.
Iniziamo con il dire che è completamente in bianco e nero, con una grafica in stile fumetto e una telecamera fissa e anche leggermente storta.
In realtà, più che in bianco e nero è nero con contorni bianchi, quasi completamente da giocare nel buio, con il solo ausilio di fiammiferi da trovare in giro e poche lampade che di tanto in tanto si possono accendere nelle varie stanze.

Ma veniamo alla trama.
Vestiamo in panni di un uomo che, uscendo da un locale, investe - o crede di investire - una donna. Ferito nell'incidente, arriverà ad una grande villa, dalla quale non potrà più uscire.

Le prime fasi di gioco, nel quale il protagonista è ferito, mi sono sembrate un po' frustranti... visto che zoppica e ci mette dieci minuti per fare tre metri, ma una volta entrato nella villa tutto cambia!
Nel buio si annidano presenze e spesso non sono visibili. Tutto quello che si può fare è scappare, se si è ancora in tempo. Se una delle presenze riesce ad acchiappare il protagonista, è morto.
Nello stile dei vecchi videogames, non esistono checkpoint. Si può salvare solo quando si trova una poltrona e solo se la poltrona è avvolta dalla luce. Nella luce infatti le presenze vengono distrutte, quindi il protagonista è al sicuro.
Quindi se si muore, non si può fare altro che riprendere dall'ultimo salvataggio effettuato. La pecca è che il salvataggio è unico, quindi di volta in volta viene sovrascritto e non c'è modo di caricare un salvataggio precedente, se dovesse servire.
Questo diventa un piccolo problema per i trofei, perchè se viene missato un trofeo, non si può fare altro che giocare una seconda run.

La trama del gioco viene svelata quasi completamente dai collezionabili. Libri, lettere e diari degli abitanti della villa, dai quali si evince perchè la villa è infestata da presenze, si scopre chi è la bellissima Selena e qual è il suo rapporto con William, ultimo discendente della famiglia.

L'atmosfera è abbastanza ansiogena, quindi non è un gioco consigliato a chi si spaventa facilmente. Dover girare nel buio armati solo di un cerino (che non vale come luce per eliminare gli spiriti), senza sapere cosa si annida dietro ogni angolo, crea un bel livello di tensione.
Nel buio, oltre a raccogliere collezionabili, bisogna anche risolvere alcuni puzzle e alcune volte sono necessarie due mani, quindi bisogna spegnere il fiammifero... ma al buio non si può fare niente, quindi si è obbligati a trovare altre fonti di luce. Questo rende più longevo e complicato il gioco.
In una eventuale seconda run, in realtà, non ci si impiega più di un paio di ore per completare il gioco, ma alla prima run può impegnare per parecchie ore, soprattutto se si decide di raccogliere tutti i collezionabili per svelare ogni più piccola sfumatura della trama.

Il tutto è accompagnato da una bellissima atmosfera noir e da musica jazz, che contribuisce a dare un'aria malinconica sovrapposta a quella terrorizzante.

Pensavo di trovarmi davanti al classico gioco indie, bello ma brevissimo. Invece è corposo, regala diverse ore di gioco, con una trama interessante e un gameplay particolare (anche se non così innovativo da gridare al miracolo).

Interessante la trovata di far cambiare il gioco in base al momento in cui si gioca. Avviando il gioco infatti, si vedrà già dalla prima schermata una luna nell'angolo in alto a destra: luna che rispetterà la fase lunare reale di quel momento. All'orario infatti sono legati alcuni trofei: giocarlo in un giorno di luna piena regalerà un finale diverso (quello vero), così come giocare a mezzanotte sbloccherà un altro trofeo.
Per i completisti, per fortuna basterà modificare l'orario della propria console per ottenere i trofei di questo tipo!

martedì 3 gennaio 2017

Riepilogo del mio 2016 da videogamer!



Da un secolo non aggiorno la mia vita da videogamer... ma a dire il vero nel 2016 non ho nemmeno giocato tantissimo. Per la prima volta dopo anni sono stata anche giorni interi senza toccare un joypad.


Ma riepiloghiamo quello che ho giocato...

1. Il mio 2016 è iniziato con un horror che ho aspettato e seguito per mesi: Until Dawn. Una grafica magnifica, un'ambientazione fantastica, una trama abbastanza intrigante. Tutto sommato un gioco da 8 per me, anche se i personaggi non sono certo memorabili e i momenti di paura vera non sono tantissimi. O forse sono io che ormai sono troppo abituata e non mi spavento più? Come gioco è anche abbastanza corto e facile: completato in due giorni e platinato in altri due. Ed è stato il mio platino #40!

2. Ho proseguito con Everybody's Gone to the Rapture, uno di quei giochi di esplorazione dove non c'è molto da fare se non camminare, cercare di svelare cos'è successo e raccogliere collezionabili e documenti. Ambientazione bellissima, musiche altrettanto. Giocato due volte per finirlo per i fatti miei e per raccattare i trofei... ed entrambe le volte non ho capito niente della trama, o quasi. Ma penso sia fatto apposta, lascia all'interpretazione personale e io una mia vaga idea me la sono fatta. Consigliato solo a chi piacciono i giochi di questo tipo, lenti lenti, dove si cammina tanto (in prima persona, ovviamente).

3. Sull'onda del precedente, ho proseguito con Pneuma. Altro gioco molto ma molto particolare, esplorazione in ambientazioni magnifiche e splendenti con puzzle da risolvere che inizialmente sono banali, ma proseguendo si rivelano anche abbastanza ostici. Quello che colpisce è l'idea alla base della trama. Idea che si rivela solo alla fine, nell'Epilogo, dove non ci sono puzzle ma, appunto, viene solo rivelato il "cosa" e il "perchè". Bello. Per un videogiocatore decennale vale la pena dargli un'occhiata perchè il finale colpisce! E poi graficamente è davvero bellissimo e chi ama i puzzle non può lasciarselo scappare! Sul fronte trofei, finito e completato al 100%.

4. Il successivo candidato è stato The Wolf Among Us. Gioco su cui avevo molte aspettative visti i commenti e vista la fiducia verso TellTale, ma alla fine mi è piaciuto meno dei due The Walking Dead. Ho anche faticato abbastanza a seguire i dialoghi, essendo in inglese con sottotitoli in inglese. In alcuni punti parlano talmente veloce e sovrapponendosi, che ho faticato a seguire il filo. Ma alla fine il senso generale era comprensibile. Bei personaggi, trama carina... ma il finale mi ha lasciato con troppi dubbi e domande. I giochi TellTale restano comunque bellissimi e infatti presto mi procurerò il loro Batman perchè sono curiosa di vedere cosa sono riusciti a realizzare! Platinato anche questo comunque.

5. Arriviamo ad una delle grosse delusioni del 2016: Assassin's Creed Syndicate. Niente da fare, dopo la trilogia di Ezio AC non è mai più riuscita a colpirmi al cuore. Ho avuto un po' di sussulto con AC Unity grazie alla bellezza di Parigi e al personaggio di Arno che mi era piaciuto molto. Con Syndicate invece di andare avanti si torna indietro. Grafica peggiore rispetto a Unity: bellissimo girare per Londra, ma assurdo che graficamente sia molto inferiore. I personaggi, i fratelli Frye, non li ho sopportati dal primo momento. Non hanno NIENTE degli Assassini. Trama praticamente inesistente, gioco facile, emozioni zero, missioni tutte uguali. Peccato. Per la prima volta ho trovato un Assassin's Credd noioso. Per fortuna dopo questo Ubisoft ha deciso di smetterla di far uscire un AC all'anno, quindi speriamo per il futuro. Per quanto vale, finito e platinato anche lui.

6. Il successivo è stato Life is Strange, del quale ho parlato dettagliatamente in questo articolo: Life is Strange: la mia opinione fuori dal coro
 
7. Dopo due giochi non proprio memorabili, sono approdata su Resident Evil 0... ed è stata gioia! Finalmente si torna allo stile dei vecchi Resident Evil. Dopo aver adorato il remake del primo RE (che resta il mio RE preferito), questo RE0 è stato il naturale proseguimento. Bello bello bello. Ovviamente platinato, non senza un po' di fatica.

8. Per non abbandonare l'horror e il mistero, dopo RE0 mi sono spostata su Xbox 360 per giocare un titolo che avevo in lista da ANNI, che avevo anche tentato di giocare su PC sul quale però non girava per niente bene. Parlo di Alan Wake. Altro titolo bellissimo, con una trama particolare e interessante, un bel personaggio e un'ambientazione ansiogena. Giocata tutta la storia e anche i due DLC, ma senza sbloccare tutti gli obiettivi. E chissà se avrò mai i miei 1000G, visto che ora la 360 è passata a mio nipote, proprietario della console al 50%

9. Dopo due horror sono tornata al relax delle camminate e delle esplorazioni con The Vanishing of Ethan Carter. Come Everybody's Gone to the Rapture, anche qui non c'è altro da fare se non girare e cercare di svelare la trama, questa volta un po' più chiara. Bello anche questo, sia come ambientazioni, sia come musiche. Finito e completato al 100%.

10. Il richiamo dell'horror mi ha riportata su Outlast. Un gioco che ho desiderato per tanto tempo e che avevo comprato ancora prima di avere la PlayStation 4! Bellissimo, pauroso, ansiogeno. Sconsigliato a chi si spaventa facilmente, consigliato a chi ama gli horror in prima persona. E' anche piuttosto difficile, infatti ad oggi non ho ancora tutti i trofei. Lo avevo già giocato e mi restava il DLC, bellissimo anche lui. Dopo averlo ripreso ho sbloccato qualche trofeo in più, ma ancora ne mancano...

11. Una pausa dalle console mi ha portata a giocare su PC The Stanlay Parable, inizialmente perché ci voleva giocare mia mamma ma non riusciva a capirlo. E in effetti è un gioco in prima persona decisamente particolare, con una marea di finali diversi e che cambia ad ogni partita. Un viaggio introspettivo, breve ma che vale la pena provare. Ho anche sbloccato tutti i trofei, imprendibili se non si segue una guida, perchè non hanno niente di intuitivo.

12. Con il gioco successivo ho rispolverato la PlayStation 3: Uncharted 2. Bello, più bello del suo predecessore che comunque era già un gran gioco. Uncharted resta una serie imperdibile per chi ama i giochi d'avventura... e mi costa dirlo, visto che IL gioco d'avventura per eccellenza dovrebbe essere Tomb Raider. Ma TR non è più quello che era e Nathan ha raccolto l'eredità in modo più che degno. Divertente, appassionante, con una bella trama e bei personaggi. Ovviamente finito e platinato.

13. I mesi successivi sono stati occupati da un gioco mastodontico che aspettavo da tempo: Just Cause 3! Divertente come il 2, anche se leggermente meno vario. L'unico problema è che è talmente vario che ci sono stata su per una vita... e ancora non l'ho platinato, mi mancano una manciata di trofei di missioni secondarie.

14. Per riprendermi dal furore di Just Cause, ho fatto un viaggio con Journey... che mi ha annoiato a morte e infatti dopo la prima run l'ho mollato e mai più ripreso per i trofei.

15. Il platino successivo è stato con un bellissimo punta e clicca: Broken Age. Carino, interessante, bella grafica. Un intermezzo piacevole!

16. Poi è arrivato finalmente LUI su PlayStation 4: Rise of the Tomb Raider. Sì, lo avevo già giocato su Xbox 360, ma ovviamente l'ho rigiocato tutto, revisionato la guida, finiti i DLC vecchi e nuovi e sono ad un passo dal platino. Ho il 100% su tutti i DLC ma mi mancano un paio di trofei rognosi delle modalità aggiuntive. Una noia. Del gioco ho parlato mille volte, è bello, forse bellissimo, ma non posso fare a meno di pensare ai vecchi Tomb Raider e quando scatta il confronto... la nuova Lara perde clamorosamente contro la vecchia Lara. Se penso a Rise come ad un gioco a se stante, allora è un gran gioco. La nuova Lara però non riesco proprio ad amarla. Rise resta comunque molto più bello di Tomb Raider 2013.

17. Il successivo è stato un ritorno all'horror in prima persona: Layers of Fears. Bello bello, pauroso, con diversi finali, una trama interessante. Non lunghissimo e anche un platino facile, ma ne vale la pena.

18. Il successivo, poi ripreso ad inizio 2017 è stato SOMA. Anche lui atteso per tanto tempo, poi aspettato ancora perchè scendesse di prezzo. Ne parlerò nel dettaglio più avanti perchè lo sto finendo proprio in questi giorni!

19. Lara è di nuovo tornata con Lara Croft GO, un gioco mai finito su mobile... giocato, finito e platinato in due giorni su PlayStation 4. Carino, ha più atmosfera Tomb Raider lui di tutto il reboot... assurdo.

20. Virginia è stato il successivo gioco mordi e fuggi. Strano, sia come trama, sia come grafica. Non mi è dispiaciuto, ma non mi ha nemmeno colpito così tanto. Platinato, ma con una guida perchè i trofei non hanno alcuna spiegazione.

21. Presa da una incontenibile voglia di 100%, ho ripreso il già platinato Watch Dogs per giocare il DLC Bad Blood e prendere tutti i trofei. Ebbene, è stata una grande sorpresa! Un DLC lungo, corposo, pieno di cose da fare, tante missioni secondarie e una trama solida. Quasi un gioco stand alone.

22. Il mio anno si è chiuso con un altro horror: White Night. Iniziato a fine 2016, platinato il 1 gennaio 2017, gli dedicherò un articolo tutto suo!