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mercoledì 15 aprile 2015

Luce decisamente oscura

Ho appena finito Daylight.
Gioco che già tenevo d'occhio da un po' e che ho comprato a Natale approfittando dei saldi sul PS Store.
Si tratta di un horror, nello stile che tanto sta piacendo in questo periodo: molta angoscia, tanto buio, visuale in prima persona.
Come molti altri giochi di questo genere, si inizia in un ospedale.

Premesso che l'ho giocato in modalità facile perchè volevo godermi l'esperienza senza troppe paranoie, il gioco non si può dire difficile. Nè tantomeno lungo.
E' molto breve, penso infatti che farò una seconda run e salverò il filmato per pubblicarlo.
Decisamente inquetante, questo sì. E completamente oscuro. Nel senso che non ci ho capito un tubo.
Ok, ammetto di averlo giocato senza badare troppo agli innumerevoli documenti che si trovano in giro:  ho letto i primi, poi mi sono scocciata e li ho raccolti senza più guardarli.
Ma della trama non ho capito assolutamente niente. Se non che si gioca nei panni di questa Sarah, che si ritrova inizialmente in un ospedale abbandonato, con in mano un cellulare e una voce maschile che le parla, non si capisce bene da dove (vivavoce?).
Proseguendo nel gioco si passa in una prigione, in una fogna, su un molo, in un bosco... e poi non voglio spoilerare il finale.

Il gameplay non è niente di complicato, si esplorano le location, quasi totalmente buie, e ci si illumina un pochino la strada con il cellulare, che serve anche come mappa, che viene disegnata sul display a mano a mano che si scoprono nuove stanze e corridoi.
Nella mano sinistra Sarah può impugnare dei bengala, che illuminano più del cellulare e fanno brillare alcune cassette, armadietti, scrivanie che si possono aprire per trovare documenti o altri bengala e razzi, che hanno un loro utile scopo.
Durante l'esplorazione non si incontra praticamente niente, ma la tensione è continua, perchè ci sono mille rumori, scricchiolii, passi, cose che si muovono da sole, urla... questo almeno finchè si impugna un bengala.
Questi infatti proteggono dalle "ombre". Se si rimane solo con il cellulare, queste ombre si avvicinano e arrivano random alle spalle quando meno te lo aspetti, facendo fare dei discreti salti.
E qui arrivano i razzi: basta accenderne uno per dare fuoco alle ombre.
In mancanze di razzi e bengala, si può scappare. Quindi la difficoltà è praticamente inesistente.

Scopo di ogni location è trovare un portale e relativo "sigillo" per aprirlo e passare alla location successiva. Questi sigilli sono oggetti (credo) appartenuti alla stessa Sarah. Una volta raccolti partirà un brevissimo flashback (abbastanza incomprensibile, di solito).
Raccolto il sigillo la cosa può diventare un pochino più difficile perchè Sarah lo tiene nella mano sinistra, quindi non c'è  modo di accendere razzi e bengala finchè si trasporta il sigillo. Quindi bisogna ritrovare la strada fino al portale da aprire, correndo per evitare le ombre e senza modo di difendersi.

Detto questo, tutto sommato il gioco non mi è dispiaciuto, ma il fatto che sia così breve è un bene perchè è abbastanza ripetitivo. Anche le frasi che Sarah dice ogni tanto, sono sempre le stesse, una manciata di frasi standard che recita di tanto in tanto ("oh mio Dio cos'era quel rumore", "Ti prego fallo smettere", "C'è nessuno?" e così via...).
Sarebbe stato gradito capire qualcosa della trama, questo sì. Ma ora lo rigioco e provo a leggere i documenti, vediamo se diventa più comprensibile il tutto.
Fa paura, questo è sicuro. Non c'è praticamente niente, ma l'ambiente, i rumori, e questi cosi che arrivano all'improvviso lo rendono decisamente inquietante.

Beh, non mi resta che dare un'occhiata ai trofei mancanti (ho già intravisto che un trofeo chiede di giocarlo tutto con un solo bengala...) e partire con la seconda run!

lunedì 13 aprile 2015

E ricasco negli horror, dopo stealth e indagini

Dopo l'inizio anno pieno zeppo di horror, ho cercato di staccarmi dal genere, passando ad Assassin's Creed, seguito da Metal Gear Solid: Ground Zeroes, a sua volta seguito da Sherlock Holmes: Crimes and Punishments.
Ma poi sono ricascata sull'horror. E ieri sera ho anche fatto un salto, subito seguito da spegnimento console, accensione luce e libro di avventura per cancellare lo spavento.

Ma andiamo con ordine...

Di AC Unity ho già parlato (bello, bello, bello).

Due parole su Ground Zeroes allora! Beh, tante polemiche anche su questo... polemiche sterili, che mi interessano poco.
La serie è meravigliosa ed è vero che 40 euro per un "gioco" come questo erano troppe. Ma alla fine ci sono giochi che di euro ne costano 70 e fanno schifo il quadruplo.
C'è da dire comunque che io l'ho preso a Natale in saldo (16 euro totali per Ground Zeroes, Daylight e il DLC di Outlast), ma lo avrei comunque preso. Non a prezzo pieno, lo ammetto.
Ground Zeroes, per chi non lo sapesse, è un prologo a Metal Gear Solid V: the Phantom Pain. La missione principale dura effettivamente pochissimo. Alla prima run non ci si impiega più di un'oretta. Quando si sa cosa fare... in cinque minuti si risolve.
Ma il gioco ha comunque una manciata di missioni secondarie e tutto è giocabile in due modalità, facile e difficile.
Aggiungiamoci anche i collezionabili e i trofei, e la longevità aumenta parecchio.
Ma la cosa che conta è la bellezza della grafica, la profondità della storia, la magnificenza di Big Boss... la meravigliosità delle musiche!!
Ok, sono di parte.
Però è una saga bellissima e, per quanto corto, Ground Zeroes non ha niente da invidiare agli altri episodi.
Sono stata felice di giocarlo, mi ha regalato qualche emozione e prendere tutti i trofei per ottenere il 100% mi ha dato molto orgoglio. Ho anche girato delle videosoluzioni, mentre c'ero!
Quindi approvato e basta. Alla faccia dei criticoni.
E ora attendiamo The Phantom Pain.

Che dire di Sherlock Holmes invece?
Premesso che amo il personaggio già nei libri di Doyle, premesso anche che mi sono follemente innamorata della nuova serie televisiva con Benedict Cumberbatch (se l'ho scritto giusto senza guardare, sono veramente brava!). Il videogame è proprio carino.
Avuto gratis con l'abbonamento Plus, anche questo lo avrei comunque comprato perchè ho già tutti gli altri di questa serie, tutti editi da Frogwares.
I primissimi della serie erano dei punta-e-clicca senza molte pretese, ma con gli anni si sono evoluti e sono migliorati molto.
Ora siamo arrivati ad avventure grafiche molto intelligenti. Non ho ancora giocato il capitolo precedente (The Testament of SH), ma da quello che ho letto dovrebbero essere simili come gameplay.
Esplorazione di ambienti, raccolta di indizi, analisi chimiche, interrogatori...  e alla fine si mettono insieme tutte le deduzioni fino ad arrivare ad una conclusione.
Il gioco lascia proseguire anche se la conclusione del giocatore non è quella corretta, cosa che ho trovato molto carina. Premendo un tasto si può vedere se la conclusione è quella corretta, ma se non lo è si può comunque proseguire e passare al caso successivo.
Ovviamente questo va a discapito dei trofei. Ma visto che non a tutti interessano...
A me, è risaputo, i trofei interessano e quindi l'ho platinato. Platino facile facile facile. Prendibile anche in una sola run se si segue da subito una guida.
Io ho preferito, come sempre, godermi una prima run per i fatti miei e recuperare le cose mancate nella seconda run.
I personaggi principali, Sherlock e Watson, sono caratterizzati perfettamente, nello stile di Doyle. Cosa che ho apprezzato moltissimo. La grafica anche se non eccelsa e spesso scattosa, è pienissima di dettagli.
Intermezzo proprio carino insomma! Ci voleva una pausa da mostri, sparatorie e quant'altro.

Ma poi, come dicevo prima, ci sono ricascata.
Ho visto lì tra i giochi comprati sullo Store questo "Daylight" che mi aspettava... e l'ho voluto provare.
Siamo alle solite: un ospedale abbandonato, tanto buio, voci, scricchiolii...
E fa paura.
E' in prima persona. Della protagonista si vedono solo le mani e in una delle due impugna sempre un telefono cellulare, sul quale la mappa dell'ospedale viene disegnata a mano a mano che si esplora.
Nell'altra mano si possono impugnare dei bengala per illuminare meglio alcune zone e scoprire alcuni segreti, oppure dei razzi con i quali tenere lontane le entità che si sentono e raramente si vedono.
Per il resto, in un'oretta di gioco, non c'è stato molto altro... esplorazione, ansia per le cose che si sentono e le cose che si muovono improvvisamente, questa continua tensione del non sapere cosa si sta facendo, cosa sta succedendo...
Fino ad arrivare allo spavento che mi ha fatto decidere di chiudere la partita.
Ora è lì acceso che mi aspetta.
Chiudo qui e vado a vedere se riesco a non prendermi di nuovo un infarto!