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venerdì 14 marzo 2014

Quando il disonore è un onore

Non volendo prendere in odio quel capolavoro assoluto che è The last of us, ho momentaneamente pausato la caccia al platino per intervallare con qualcosa di diverso.
Sì, lo so, in realtà avevo già altri platini accantonati "momentaneamente", ma giuro che li riprenderò tutti!
Tornando al mio intervallo... la scelta è caduta su un altro "Game of the year": Dishonored.
Premetto: non amo i giochi in prima persona. Ho amato Bioshock perchè è bello il gioco, ma anche in quel caso ho un po' patito la prima persona.
Trovo che sia perfetta nei giochi horror, tipo Anna o Amnesia, ma nei giochi d'avventura non mi convince pienamente, perchè vorrei vedere il protagonista, vorrei affezionarmi a lui e abituarmi alla sua presenza.
Nel caso di Dishonored il protagonista è un bellissimo personaggio, tutto vestito di nero, con una maschera steampunk e un lungo cappotto, armato di poteri magici e spada. Ha anche un nome accattivante: Corvo (Attano di cognome, ma questo trovo che sia un tantino meno accattivante...).
Peccato che questo bellissimo personaggio sia visibile solo sulla copertina del gioco, o in rete se si va a cercare. Ma nel gioco non esistono cut-scenes, ci si ritrova subito nell'avventura e di lui non si vede un bel niente, se non le mani e le armi che impugna.
Trovo che sia un peccato. Almeno un filmato iniziale, con lui ancora senza maschera, ci sarebbe stato ottimamente. E invece niente.

A parte questo.
Ho utilizzato il termine steampunk prima, e non a caso. Tutto il gioco infatti è ambientato in uno scenario steampunk e sicuramente questa è una delle cose migliori del gioco.
La grafica non è completamente realistica, a volte sembra quasi disegnato a mano, ma è bello così.
Ovunque ci sono ingranaggi, armi ed elementi tipicamente nello stile steampunk, tutto integrato così bene da non stonare mai. Il gioco è sospeso in una bolla senza tempo. Potrebbe essere il passato, il nostro presente o il futuro. L'epoca è indifferente ai fini del gioco e la città in cui è ambientato è inventata.
La trama cattura l'nteresse da subito, anche se non è niente di così originale: l'imperatrice per cui lavora Corvo viene uccisa e lui viene accusato ingiustamente. Il resto del gioco si sviluppa ovviamente tra la ricerca della verità e la voglia di vendetta.
Una particolarità sicuramente è nel fatto che la città è in preda ad una grossa epidemia di peste e questo avrà un peso nel gioco.
A seconda del modo di giocare infatti la peste potrà propagarsi più in fretta o più lentamente e di conseguenza le scelte del giocatore porteranno ad un finale diverso. Uccidendo molte persone i ratti portatori della peste arriveranno a frotte e diffonderanno la malattia, al contrario se si preferisce un approccio più stealth, addormentando o stordendo le proprie vittime, la valutazione sarà meno cupa e la città sarà più libera dalla peste.
In che modo questo cambi realmente il finale, non lo so. Lo scoprirò alla fine.

Come ho già accennato il gioco si può portare avanti come meglio si preferisce: affidandosi ai poteri di Corvo, oppure alle armi, con un approccio aggressivo, oppure con furtività. O con un mix di tutto questo, a seconda della missione.
C'è da dire che, anche in modalità normale, il gioco non è facilissimo. Se si vuole provare a non uccidere nessuno, si avranno un bel po' di difficoltà, perchè basta poco per attirare l'attenzione di un nemico, che provvederà a chiamare rinforzi che in un attimo uccideranno il povero Corvo.
Sicuramente i poteri di Corvo sono la componente più importante, sono utilissimi e indispensabili e si possono equipaggiare solo dopo aver trovato le "rune" sparse nella città di Dunwall.
Da questo punto di vista ricorda molto Bioshock, con il suo meccasimo di raccolta dall'Adam per attivare i vari potenziamenti.
La componente migliore è sicuramente la possibilità di trovare diverse strade alternative per arrivare al proprio obiettivo. Anche in questo caso il giocatore potrà decidere da dove passare in totale autonomia e a volte alcuni percorsi consentono di non incontrare anima viva, o quasi.

Un pecca è che al momento mi sembra un po' ripetitivo: a Corvo viene assegnato un obiettivo, si parte per raggiungerlo, si porta a compimento la missione, si torna indietro.
Sono alla terza o quarta missione e per ora il meccanismo è sempre stato quello. Spero che ci sia più varietà andando avanti.
Un volta completata la missione principale, al giocatore verrà presentata una scheda riepilogativa e si può scegliere di rigiocarla, magari cercando di eliminare meno nemici oppure provando a prendere qualche potenziamento che è sfuggito al primo tentantivo.

Un'altra cosa che non sopporto molto è il fatto di dover premere lo stick analogico sinistro per effettuare una corsa veloce, uno scatto. Lo trovo talmente scomodo che alla fine non lo sto mai usando, cosa che a volte mi ha compromesso una fuga dai nemici.

Tutto sommato per ora mi sta piacendo, anche se forse da come ne parlavano mi aspettavo qualcosa di più. Aspetto a pronunciarmi definitivamente però, visto che non sono neanche a metà gioco!

martedì 4 marzo 2014

Il gioco dell'anno

Già da diversi giorni ho iniziato e finito due volte il gioco che ha vinto una miriade di premi nell'ultimo anno: The last of us.
Avevo addocchiato questo gioco due anni fa, quando giravano pochissime informazioni e una manciata di immagini. Saltava già all'occhio la cura per la grafica e i dettagli e si intuiva che si trattava di un gioco orientato verso l'avventura, il survival e forse anche l'horror.
Con il passare del tempo sono iniziate ad arrivare altre immagini, altri articoli e ogni volta se ne parlava come di un gioco bellissimo. Fino ad arrivare alle vere e proprie anteprime e recensioni sul gioco provato: voti unanimi altissimi.
Dopo i voti sono arrivati i premi in tutto il mondo: questo gioco ha falciato tutti gli altri titoli, anche di alta qualità.
E finalmente al mio compleanno è arrivato anche nelle mie mani!



C'è tanto da dire su questo gioco, ma si riassume tutto in una parola: perfetto.
Innanzitutto partiamo dalla classificazione: non si può propriamente considerare un horror, perchè non fa paura e non fa saltare dalla sedia. E' un survival, questo sicuramente sì. Un gioco d'avventura survival.

Come è noto, il gioco si sviluppa da un'epidemia che ha colpito gran parte del genere umano. Dopo vent'anni dal primo contagio, i sopravvissuti si ritrovano a tirare avanti in un mondo distrutto e controllato dai militari in zone di quarantena, mentre al di fuori di queste "oasi" vivono ancora numerosi infetti, pronti a sbranare chiunque gli si pari davanti. Ma forse i nemici più pericolosi non sono gli infetti...
I protagonisti sono Joel e Ellie. Un uomo e una ragazzina, uniti inizialmente solo dal caso. Il giocatore accompagnerà questa coppia in un lungo viaggio attraverso l'America, tra città in rovina dove la natura si sta riprendendo il suo spazio, aree abitate da umani non infetti ma ancora più pericolosi delle creature e zone totalmente disabitate.

Gli sviluppatori hanno fatto un lavoro meraviglioso con la caratterizzazione dei personaggi, sopratutto per quanto riguarda i due protagonisti.
Joel è entrato dritto dritto nella mia lista di personaggi preferiti.  E' un uomo introverso e taciturno, con un passato tragico e un futuro di cui sembra non preoccuparsi più di tanto. Sembra chiuso in se stesso, ma è forte e premuroso, un cuore d'oro che tenta di nasconderlo sotto una corazza che, in fin dei conti, non sarà così difficile da scalfire. Saggio, coraggioso e pronto a rischiare la propria vita per difendere chi ama.
Ellie da parte sua è deliziosa. E' una quattordicenne con le palle, anche lei coraggiosa ma con una gran paura di restare sola. Regala al gioco una leggerezza e una spensieratezza che servono a dare un livello superiore ad un gioco che, in quanto survival post-apocalittico,  rischierebbe di essere il solito polpettone "uccidi il mostro, cerca le munizioni, vai avanti".
Invece buona parte della bellezza di questo gioco sono proprio nel rapporto e nei dialoghi tra Ellie e Joel, a volte totalmente slegati dalla storia principale.
The last of us diventa ancora più bello se giocato con calma, ascoltando, guardandosi intorno, girando e lasciando ad Ellie e Joel il tempo di sviluppare dialoghi facoltativi che non servono a nulla in termini di completamento del gioco, ma regalano momenti dolci, divertenti o commoventi, che contribuiscono a dare spessore a tutta la storia.
Il rapporto tra Joel e Ellie va assaporato dall'inizio alla fine. Non voglio nemmeno spoilerare (come faccio di solito, essendo questo un blog personale e non un sito di recensioni!) perchè spero che qualcuno dei miei amici giocatori si lasci conquistare e decida di giocarlo.
In alcune fasi Joel e Ellie saranno affiancati da altri personaggi secondari, e anche questi sono tutti caratterizzati ottimamente, ognuno con una storia personale, un carattere ben delineato e caratteristiche specifiche.
Tutti i personaggi sono realizzati benissimo anche dal punto di vista grafico, sono espressivi e  realistici, cosa che rende il gioco ancora più immersivo.

Ovviamente il gioco è principalmente un'avventura, ma bilanciata in modo egregio. Si passa da momenti di esplorazione a scontri a fuoco concitati, ma anche la parte più dinamica si può scegliere di giocarla con più tranquillità.
Si può infatti decidere di sparare all'impazzata, oppure di agire in modo aggressivo in scontri corpo a corpo o, meglio ancora, scegliere l'approccio stealth, sfruttando l'ambiente circostante e muovendosi silenziosamente e con attenzione.
Scegliendo l'approccio stealth scompare del tutto anche la minima parte horror del gioco. Gli infetti non sono in grado di accorgersi di Joel se questo arriva loro alle spalle, mentre i nemici umani... sono appunto umani, quindi non c'è pericolo di venire spaventati da loro. Al massimo sono più aggressivi e riempiono il giocatore di piombo, ma in quanto a paura... non esiste.
Se il giocatore non è interessato a trofei e quant'altro, per una volta mi sentirei di consigliare di giocarlo alla modalità più facile disponibile, proprio per godere dell'esperienza di gioco, per assaporare la storia e i dialoghi, senza lasciarsi frustrare troppo dagli scontri con i nemici. Scontri che, comunque, non sono così difficili nemmeno in modalità "Sopravvissuto", la più alta disponibile.

Oltre a tutto questo, "The last of us" è BELLO. Bello da vedere, bello da esplorare.
Sono realizzati ottimamente gli interni, dettagliati nei minimi particolari, studiati per dare una continua sensazione di abbandono, di solitudine, di desolazione... ma anche di pace.
Sono realizzati magnificamente gli esterni. Siamo davanti ad un ambiente post-apocalittico, ma tutto quello che salta agli occhi non è un ambiente cupo e opprimente come ci si potrebbe aspettare. Nient'affatto.
C'è tanto sole, c'è tanta natura, tanto verde. Ci sono orizzonti lontani da raggiungere, ci sono città piene di grattacieli feriti da esplorare. La parola che mi viene in mente è "ampio", che sembra quasi stonare con un survival. Certo ci sono alcuni momenti in zone un po' più chiuse, scure e opprimenti, ma sono pochi e non molto lunghi.
Quando si esplora un edificio, non si gira in stanze paurose ma si esplorano grandi sale luminose, dove ovviamente tutto è in disordine e in rovina. La sensazione che si prova però non è di ansia, ma semplicemente di tristezza e malinconia... per le famiglie che abitavano quelle case, per gli impiegati che occupavano quegli uffici. Ci si ritrova davanti a camerette colarate di bambini, negozi di giocattoli o di dischi, officine... Tutto abbandonato, senza che si sappia dove sono finite le persone che rendevano vivi quegli ambienti.
Personalmente mi è venuta voglia di sapere di più e mi ritrovavo a gironzolare, a guardare le pareti con i quadri e i poster, gli scaffali e i salotti, cercando documenti da leggere (ci sono moltissime pagine collezionabili, che aggiungono ancora più profondità alla storia, se ci si prende un minuto per leggerle) e guardando gli oggetti di uso quotidiano lasciati lì, come se i proprietari fossero solo andati via per una vacanza.

Altre menzioni vanno sicuramente al doppiaggio e alla longevità.
Il doppiaggio è semplicemente perfetto. I doppiatori, sopratutto quello di Joel (Lorenzo Scattorin), hanno dato ulteriore realismo ai personaggi e di conseguenza alla storia.
Per quanto riguarda la longevità, considerando che ultimamente bastano una decina di ore per completare un gioco, The last of us si può considerare lungo. Io personalmente l'ho completato la prima volta in 16 ore. Trascorse in un lampo, visto quanto è immersivo il gioco.

Ho altro da aggiugnere?
Probabilmente molto, perchè questo gioco è riuscito a commuovermi, a farmi ridere, a farmi sudare in alcuni scontri (in modalità Sopravvissuto), a farmi stupire per alcune evoluzioni nella trama, a farmi affezionare e appassionare.
L'unica cosa che posso dire è che consiglio questo gioco a chiunque. Perchè è completo, realizzato benissimo, pieno di pathos. Da avere, senza nemmeno pensarci su troppo!

Per parlare di me... come ho già detto ho finito il gioco già due volte, in modalità Normale.
Ovviamente è inutile dire che sto andando a caccia del platino, quindi tramite la selezione dei capitoli l'ho giocato quasi tutto una terza volta, per recuperare i collezionabili mancanti e per recuperare un alto paio di trofei sperduti.
Fatto questo, l'ho ricominciato ancora una volta, appunto in modalità Sopravvissuto. Modalità nella quale non si trovano praticamente munizioni, quindi è bene allenarsi a giocare in modo molto molto stealth, altrimenti non se ne viene fuori!
Come platino è LUNGO, sia perchè i trofei sono tutti legati ai collezionabili e alle varie difficoltà di gioco, sia perchè ci sono quattro trofei multiplayer che richiedono molte ore di gioco.
La parte multiplayer per ora l'ho totalmente ignorata.

Un ultimo appunto va al DLC "Left behind", uscito da pochissimo.
Il DLC è un vero e proprio prologo del gioco, con Ellie protagonista. Ambientato prima del suo incontro con Joel.
Ho solo letto qualche commento e diversi giocatori l'hanno definito come "il più bel DLC a cui abbia mai giocato". Dovrebbe essere abbastanza lungo e aggiunge anche 10 trofei. Il prezzo infatti è di poco meno di 15 euro, ma se è bello anche solo la metà del gioco principale, vale sicuramente la spesa!

Insomma Naughty Dog, veramente complimenti, siete stati grandiosi.