Ed eccoci qui, in montagna a finire queste vacanze 2013.
Ad un paio di km dal punto in cui sto scrivendo, c'è il paese nel quale si trova il famoso bar dove tutto è iniziato.
Tutto... beh, tutta la mia carriera di videogiocatrice!
Il
bar dai primi anni '80 ha visto morire i vecchi (e adorabili) gestori,
ha visto anni di chiusura, ha visto nuove gestioni durate pochissimo... e
pare che ultimamente abbia anche visto una nuova vita, con l'ennesima
nuova gestione.
Io, personalmente, non riesco e non voglio più metterci piede.
Mia
mamma ha fatto un grosso errore di programmazione quando mi ha messa al
mondo: mi ha creata troppo sensibile e troppo incline ad affezionarmi
al passato.
In quel bar ho passato anni spensierati, con amici e
amiche che mi hanno accompagnata ogni anno durante le mie vacanze
estive. Su quelle sedie di legno ho visto il mio primo amore non
ricambiato (Roberto, lui adolescente... io bambina delle elementari). I
vecchi gestori, che ormai non ci sono più da anni, mi hanno vista la
prima volta che avevo pochi mesi e hanno seguito la mia crescita anno
dopo anno, estate dopo estate.
Era casa.
Il jukebox dove
mettevamo manciate di monetine da 200 lire per ascoltare mille volte le
stesse canzoni, il telefono a gettoni per chiamare mamma a casa e le
pagine bianche appoggiate sulla mensolina della cabina, l'omino che
veniva a svuotare i videogiochi e poi lasciava dentro qualche moneta per
farci fare un po' di partite gratis, il caffè che d'inverno veniva
fatto con la caffettiera perchè di villeggianti non ce n'erano e non
valeva la pena accendere la macchina del caffè espresso, i panini
preparati da Battista con pane casereccio e due etti di prosciutto cotto
a testa, i ghiaccioli alla menta da 50 lire, le tasche del grembiule di
Rina piene di monetine da scambiare per farci giocare ai videogiochi o
per mettere le canzoni.
"Rina mi cambi 1.000 lire in moneta?"
E
lei a rovistare nelle montagne di monete che teneva in tasca, così da
non dover interrompere la partita a carte per andare a prenderle nella
cassa.
La folla della sera, incredibile in un paesino che
d'inverno non aveva più di una ventina di abitanti fissi. Eppure in quel
bar, d'estate, arrivavano ragazzi e ragazze da tutti i paesi dei
dintorni.
Perchè era il bar di Fornelli, il bar di Battista e
Rina, il ritrovo dove sapevi che avresti trovato solo facce conosciute,
dove tutti si conoscevano, dove anche se scendevi da casa da sola sapevi
che qualcuno con cui parlare sarebbe arrivato nel giro di un minuto,
dove anche noi bambini potevamo rimanere da soli e sentirci grandi, perchè mamme e nonne erano tranquille anche senza tenerci d'occhio... tanto c'erano altre dozzine di occhi a controllarci.
Poi
Rina ci ha lasciati e con lei tutto si è dissolto. Lei era l'anima del
bar, e Battista da solo non ce l'ha fatta a mantenere quella magia.
Noi
siamo cresciuti, per ritrovarci tutti insieme la sera ci siamo spostati
al bar del paese più su, il paese dove mi trovo ora. Bar al quale sono
comunque affezionata perchè il gestore è diventato un carissimo amico e
perchè anche lì ho passato migliaia e migliaia di ore della mia
adolescenza.
Ma del bar della mia infanzia non ho più voluto sapere niente.
Essendo
sulla strada ci passo di fianco da anni in macchina, lo sguardo cade
sempre su di lui... per anni le serrande sono state chiuse, ogni tanto
sono state riaperte, anche di sera. Qualcuno mi ha anche detto che era
di nuovo aperto, con una nuova gestione...
E giusto questa sera ho visto che le luci erano effettivamente accese e sul terrazzino c'era gente.
Ma io preferisco ricordarlo com'era.
Con
i tavolini e le sedie scalcinate, il jukebox nell'angolino in fondo, i
videogames allineati ad aspettarci...e Rina seduta con il suo bel
grembiule.
Per svariati motivi ho dovuto lasciare
la casa dove ho passato più di vent'anni di vacanze, piangendo ettolitri
di lacrime mentre giravo in quelle stanze per l'ultima volta, salutando
ogni asse sconnessa di quella baita prossima al crollo (parliamo di una
baita del 1755 che non è MAI stata ristrutturata), fotografando ogni
angolo per l'ultima volta, per portarla via con me in qualche modo.
Ora sono qui, un paese più su lungo la strada, cento metri in altezza e un paio di km di strada di distanza dal mio passato.
Sono
qui e dovrei parlare di videogames, visto che l'idea di questo post era
quella, considerando che l'argomento del blog è quello...
Ma come
faccio a parlare di videogames in questo posto, senza automaticamente
pensare che è proprio tra queste montagne che tutto è iniziato?
L'avevo detto nel primo post che sarebbe stato un blog randomico. Mica scherzavo!
Quassù internet non è un'utopia ma quasi.
Il
massimo della rete che si prende è TIM in modalità EDGE, e nemmeno a
segnale pieno e potente. Non esageriamo, vorremo mica navigare veloci
tra alberi e rocce?!?
Sono armata di una chiavetta con, appunto,
sim TIM sulla quale ogni anno attiviamo un mesetto di promo internet.
Qualche GB giusto per non restare isolati dalla rete, che è quella che
mi da il pane durante tutto l'anno lavorativo!
Giocare
su Steam ovviamente non se ne parla. Ho provato ad avviare un gioco
offline e mi ha risposto che Steam offline non funziona se non viene
impostata quella modalita mentre si è online.
Ok, magari a saperlo
prima cercavo l'impostazione e la attivavo. Ma ormai non importa, tanto
le vacanze sono quasi finite, sopravviverò senza Steam, no? Già lo uso
poco a casa... figuriamoci se qui mi è indispensabile!
La mia idea
in realtà era quella di dedicarmi alla PS2 per occupare le serate
montane. Ho giusto qualche gioco che mi sta aspettando sulla cara
vecchia console.
Fahrenheit, gioco consigliatomi (come sempre) da
utenti del mio forum che sanno quanto amo Quantic Dreams. "Hai amato
Heavy Rain, non puoi non amare Fahrenheit" è il succo del discorso.
Fidiamoci.
Ho
comprato Fahrenheit un mesetto fa su ebay, trovato ad un buon prezzo.
L'idea era proprio quella di dedicare a lui i miei momenti videoludici
estivi. Peccato che le cose non sono andate proprio come avevo
immaginato.
Primo: Marito si dimentica che dovevamo portare su la televisione più piccola. Io, dovendo pensare a tutti gli altri bagagli, alla spesa e pure ai gatti, di sicuro non avevo testa di pensare anche alla tv.
Risultato,
quassù ci ritroviamo ancora a dover usare la mia vecchia e piccola tv di
quando vivevo sola: una di quelle robette a tubo catodico con lettore
VHS direttamente incorporato.
Beh pazienza.
Quando vivevo sola la PS2 era proprio attaccata a questa tv, che cambia? Va bene ugualmente!
Già...
peccato che la simpatica tv non ha assolutamente modo di mettere su AV
per poter vedere la schermata della play. E il telecomando dov'è?
A casa, ovvio.
Tentiamo
qualunque tipo di collegamento possibile ed immaginabile, con tentativo
estremo di collegare la scart della play al decoder del digitale
terrestre... zero. Senza telecomando non c'è verso di usare la play con
questa tv.
Ma sì. Non importa! In fondo siamo in vacanza, non ho
tutto questo bisogno di giocare ai videogiochi! (A questi mantra mentali
autoinflitti non ci crede nessuno, nemmeno i miei gatti).
Poi
mi viene in mente che, per casi estremi tipo giornate di pioggia o di
nebbia in cui non si può uscire di casa, mi sono portata dietro The Sims
per PC! Evviva!
Evviva un corno.
Quando ho aperto la custodia per reinstallare il gioco sul pc... l'ho trovata vuota.
Ma che cavolo.
Pare
proprio che il destino abbia deciso che in montagna IO devo PER FORZA
disintossicarmi dai videogames! Devo prendere il sole, fare passeggiate,
respirare aria buona, leggere a BASTA!
E invece no.
Nel pc
mi cade l'occhio sull'icona di "The Sims Medieval", installato forse un
anno fa e usato tipo tre volte. Giochino carino, ma noioso dopo qualche
ora di gioco e ben lungi dall'essere bello e vario come la serie The
Sims vera e propria.
Ma vabè, in mancanza d'altro va bene anche questo!
E
quindi l'unico gioco sul quale ho messo le mani dal 13 di agosto ad
oggi è proprio The Sims Medieval. Spin off della serie principale,
ovviamente ambientato nel medioevo e con un decimo delle opzioni e della
vastità di The Sims.
Si controlla un personaggio alla volta, le
costruzioni non sono modificabili ma solo arredabili, la vita non è
libera ma si devono seguire delle missioni specifiche... insomma, non è
che si siano sbattuti più di tanto nel creare questo gioco.
Sopratutto
se si è giocato a The Sims 3, questo Medieval non può che essere
considerato "carino" e basta. Ma almeno mi ha fatto passare un po' di
ore quando fuori il tempo faceva schifo, qualche giorno fa!
Nei
prossimi giorni si torna a casa, non abbiamo ancora deciso bene quando
(dipende anche dal tempo: se inizia a fare schifo, scappiamo a gambe
levate).
Giù Dante's Inferno mi sta aspettando tranquillo e
sereno. Prima di venire qui, tra un preparativo e l'altro, sono riuscita
a raccattare altri sei trofei nella seconda run di caccia al platino.
Quindi
conto di passare ad un nuovo gioco i primi di settembre e, come sempre,
vedremo se lascerò decidere al destino oppure se sceglierò io il
prossimo gioco che mi farà compagnia!
Ora mi riconetto e pubblico questo sproloquio di post, sperando che la connessione non faccia i capricci!